27 agosto 2010

Solo erbacce !!! o ...Solo erbacce ???


A cura di Renato Pozzoli




Malerbe, erbette , erbacce, infestanti, … . Chiamiamole come si vuole ma sono piante, a volte belle, sicuramente spontanee, simpatiche, strane magari anche irritanti o puzzolenti, nostrane o alloctone (extracomunitarie) e comunque sempre dignitose rappresentanti della flora, che spesso offrono a noi umani fiori bellissimi, infusi gradevoli, estratti miracolosi, frutti squisiti e ancora di più.



Normalmente facciamo di tutto per eliminarle, io poi *, ma non sempre ci riusciamo. Anzi, se ci soffermiamo a valutare il tempo impiegato, lo sforzo profuso, le strategie imbastite, i rischi sanitari che si corrono, l’impatto ambientale ecc. per ottenere, e non sempre, risultati parziali ed effimeri nel loro controllo, ci accorgiamo che la lotta è impari e alla fine è evidente chi vince, chi ha vinto e chi sempre vincerà!



Detto questo mi sembra interessante e soprattutto dovuto raccontar di loro a chi le conosce poco, a chi non le ha mai prese in considerazione, a chi è ben disposto nei loro confronti e vorrebbe saperne di più.


Siamo in una giornata di fine gennaio e vediamo far capolino tra l’erba dei prati rinsecchita dal gelo, nelle aiuole delle rose piantate in autunno, un’esile erbetta morbida di un verde pallido che negli angoli più riparati e caldi è già in grado di mostrarci dei piccoli fiorellini bianchi. È il centocchio comune1 (Stellaria media)2-3 e nonna Ada, che l’ha sempre chiamata peverina, individua in lei l’imminente primo raccolto verde per le sue galline smaniose di un po’ di “insalata”. La Veronica persica4 segue peverina poco dopo, sempre Ada la conosce come gli occhi della Madonna per i suoi graziosi fiori azzurri. Sui selciati, tra i sanpietrini o al centro delle strade sterrate di campagna la fienarola annuale o gramigna delle vie (Poa annua) germina e rinverdisce le carreggiate. L’erba vetriola o muraiuola (Parietaria officinalis) e la sorella vetriola minore (Parietaria diffusa) non hanno mai abbandonato gli anfratti dei muri e sono pronte all’esplosione demografica che colonizzerà oltre i muretti i bordi delle strade gli angoli bui per poi finire a disturbare coloro che mal sopportano il suo polline. Ancora nelle aiuole delle rose dormiente ma ben turgida per tutto l’inverno la bruna oxalide (Oxalis corniculata).



Un po’ più avanti nella stagione incontriamo sui cigli stradali e nelle aiuole, ma anche nei prati, diverse specie appartenenti alla famiglia delle Crucifere o Brassicacee. La borsapastore comune (Capsella bursa pastoris), simpatica piantina dai caratteristici frutti richiamati dal nome specifico. L’ erba schizzina (Cardamine hirsuta), in questo caso è il nomignolo a ricordarci la disseminazione esplosiva e curiosa, molte altre specie presentano questo comportamento, la canna di vetro (Impatiens walleriana) che delizia le aiuole di mezzombra e anche più aduggiate con innumerevoli e vivaci fiori. Il miagro (Calepina irregularis), che crea macchie bianche un po’ allettate soprattutto nei prati fertili. Ma fino a qui abbiamo citato quasi solo fiori bianchi. La celidonia o erba da porri (Chelidonium majus), papaveracea con fiori gialli presente sui muri, ma non solo, se vi capita di estirparla attenti a non macchiare i vestiti con il colore della regina d’Olanda. Il vivace tarassaco, soffione, insalata matta (Taraxacum officinale) porta ancora un gran tocco di giallo in queste note. È una pianta interessantissima, in aprile copre i prati di giallo, la domenica mattina vediamo molti suoi estimatori farne incetta per poi consumarlo bollito. Le bottinatrici che lo visitano producono un miele particolarissimo con aroma inconfondibile e purtroppo un profumo antipatico. L’erborista decanta le sue caratteristiche e, e, e,…fermiamoci qui. Sempre nei prati i vari romici: Rumex acetosa, R. acetosella, R. crispus, R. obtusifolius, caratterizzeranno più o meno positivamente il futuro foraggio fresco o affienato.



Il morbido Geranium molle ha fiori rosa chiaro, Geranium sanguineum di quale colore li avrà? Le diverse specie di Senecio anche loro con fiori gialli come il cugino Tarassaco della stessa Famiglia (Composite o Asteracee che dir si voglia). Più avanza la stagione e più bellissime “malerbe” incontriamo. I Cirsium spp. violetti, le campanule blu (Campanula spp.) , l’ Anagallis arvensins con i suoi piccoli petali arancioni. Sulle capezzagne o ai lati delle strade di campagna l’Avena fatua inganna gli equini, il somigliante forasacco (Bromus sterilis) la seguirà tingendosi di rosso una volta adulto. Le belle morbide sinuose spighe dell’ orzo selvatico (Hordeum murinum) si lasciano massaggiare dal vento creando una coreografia simile allo stupendo ondeggiar con Eolo del più illustre cugino Hordeum vulgare dei campi coltivati. Quando lo tagliate violentemente con il decespugliatore, murinum si vendica sguinzagliando una miriade di spighe e spighette che si insinuano negli abiti, nelle scarpe e nei calzini per poi viaggiarvi all’interno procurando il meritato fastidio all’arrogante bipede. I Chenopodium spp. cominciano a svettare, Erigeron canadensis non è da meno. Negli angoli più riparati e caldi a ridosso dei muri che accumulano calore possiamo scorgere le più termofile Portulaca oleracea, Galinsoga ciliata e G. parviflora, il “pabbio” o meglio i “diversi pabbio” come noi giardinieri indichiamo un po’ confusamente le varie specie di Setaria spp. e per alcuni anche Cynodon dactylon e Digitaria sanguinalis, erbe tutte che domineranno gli incolti e insidieranno gli orti, le colture sarchiate e i prati durante i mesi estivi. I mastodontici Verbascum spp. e per restare in tema di dimensioni la Phytolacca americana, la Buddleia davidii che ai bordi delle strade, nei fossi e sugli argini dei corsi d’acqua produce vigorosi e invadenti cespugli. I fiori di quest’ultima sono irresistibili per le farfalle che popolano allegramente gli spazi limitrofi ad essi. La perfida Ambrosia artemisifolia, extracomunitaria pericolosa per molte persone a causa dell’elevata produzione di polline allergenico.



I rampicanti o ricadenti sono presenti in forze, rovo (Rubus), vitalba (Clematis vitalba), vilucchio (Convolvulus arvensis), edera (Hedera helix), luppolo (Humulus lupulus), sono tra i più diffusi e vigorosi colonizzatori di muri, siepi e pendii scoscesi. Sempre sui muri troviamo diverse specie di borracina (Sedum spp) in particolare borracina bianca (Sedum album), che con le loro contenute dimensioni, anche quando schierati in forze, sono una presenza discreta che li riveste adornandoli. E che dire delle Pteridofite? Scusate sarà meglio parlare più semplicemente delle sole “Felci”, Pteris, Adiantum, Asplenium, Ceterach concorrono con i Sedum a guarnire i sassi dei muretti a secco. La scolopendra (Phyllitis scolopendrium) sulle pietre umide di grotte pozzi la felce aquilina (Pteridium aquilinum) e tante altre nei sottoboschi.



L’enagra comune (Oenothera biennis) che da giugno a luglio colora con splendidi fiori gialli a quattro petali i cigli incolti delle nostre strade. Torniamo al bianco e chiudiamo con la carota (Daucus carota). Quest’ultima Apiacea presenta due inconfondibili e personalissime caratteristiche. Prima di distendersi in candide ombrelle, le giovani infiorescenze si mostrano contratte a mo’ di nido d’uccello, per tornare in questa guisa una volta raggiunta la senescenza. Riesaminando l’ombrella ecco l’altra peculiarità, notiamo che il candore è interrotto da una piccola curiosa macchia nera al centro della medesima.



Potete immaginare che molte altre simpatiche “piantacce” non hanno avuto l’onore di essere qui, né citate né brevemente descritte; per tutte loro ricordo che hanno tanto da dare, sia per le prerogative erboristiche, alimentari, estetiche, ma soprattutto per il mantenimento della diversità biologica minata dalle nostre scelte agronomiche, o per il solo fatto di esistere, che non sarà mai sufficientemente considerato dai dominatori del pianeta.



* Mi presento nell’asterisco: sono Renato Pozzoli Dottore in Agraria Giardiniere della Cooperativa Il Grigio di Calolziocorte (LC), amo le erbacce da sempre, ora mi occupo in particolare di diserbo urbano. Contraddizione? Forse, ma come sostengo in questo articolo sono loro a vincere sempre e la mia determinazione a sfrattarle dalle nostre strade, di fatto mi avvicina di più a loro, mi stimola e mi spinge a studiarle. Più le conosco più rimango affascinato.




Renato Pozzoli






Note:



1. in verde i nomi comuni delle piante


2. per convenzione il nome botanico usa la “nomenclatura binomia” introdotta per la prima volta da Linneo, botanico svedese del XVIII secolo, sicuramente tra i botanici il più conosciuto. Detto sistema consiste nell’identificare ciascuna pianta con due termini, il primo che identifica il Genere tassonomico sempre in maiuscolo, il secondo la specie sempre in minuscolo. – esempio: abete bianco (Abies alba). Sempre per convenzione ambedue i termini vengono scritti in corsivo, racchiusi tra parentesi quando seguono il nome volgare.

3. per maggiori informazioni consultare la sezione “Appunti di morfologia vegetale” sul sito internet Acta plantarum.

4. i collegamenti ipertestuali di questo articolo sono di due tipi, fanno riferimento o a schede botaniche o ad album fotografici.



Si ringraziano gli Amministratori di http://www.actaplantarum.org/ gli Autori delle schede botaniche e delle bellissime foto pubblicati sul sito, che costituiscono la quasi totalità dei collegamenti ipertestuali sopra indicati. Un ringraziamento particolare agli amministratori Franco Giordana e Carlo Cibei per la disponibilità e i preziosi consigli.

9 agosto 2010

Ferie estive

E' giunto il momento del meritato riposo.
La cooperativa rimarrà chiusa dal 14 al 22 agosto 2010.

A presto e buone vacanze a tutti!
Il Grigio Coop. Soc. Onlus